USA Ovest – Parte 3 (Parchi Americani e Los Angeles)

USA Ovest – Parte 3 (Parchi Americani e Los Angeles)

22 Settembre: Da Las Vegas al Bryce Canyon

Partiamo da Las Vegas verso le 8; colazione in camera e via, verso il Bryce Canyon (Utah). Ci aspettano 4 ore di viaggio. Abbiamo deciso di non fermarci allo Zion Park, in maniera da vedere meglio il Bryce. IL nostro obiettivo era quello di non perdersi il tramonto alle 29.30 Forse è stato un errore in quanto merita davvero, ma sarà per la prossima volta.

La strada che percorriamo è sempre diritta; per fortuna ogni tanto ci sono degli svincoli con dei piccoli paesini dove si può mangiare o fare rifornimento di carburante. Fare benzina in America all’inizio vi potrà creare qualche problema. Innanzi tutto alcuni distributori applicano prezzi diversi a seconda che paghiate cash o con carta di credito. Diversamente dall’Italia ti chiedono di pagare subito, in contanti o con carta, una cifra a forfait, prima di fare benzina e conoscere esattamente la quantità di carburante che entrerà nel serbatoio. Per cui l’importo è presumibile e, se dovesse dimostrarsi superiore alla reale capienza del serbatoio, bisogna rientrare in negozio e farsi restituire il resto.

Per raggiungere il Bryce attraversiamo 3 stati: il Nevada, l’Arizona e lo Utah. Rispetto alle strade precedenti totalmente desertiche del Nevada, nello Utah sono circondate da montagne rocciose dal colore rosso, attraversate  di tanto in tanto da piccoli canyon.Arriviamo al Bryce giusto in tempo per fotografare il tramonto. Il Bryce Canyon nonostante il nome, non è proprio un vero canyon, ma un altopiano la cui erosione ha formato rocce a forma di pinnacoli chiamati hoodoos. Le  pioggie, il vento e il ghiaccio hanno modellato queste rocce con forme incredibili dai bellissimi colori che vanno dal rosso all’arancione e al bianco. Il Bryce canyon ha una superficie di 145 km2 ed un’altitudine che varia tra 2400 m e 2700 m, gli hoodoos hanno un’altezza che va da 1,70 metri fino a 30 metri. La vista più bella è quella chiamata “Sunset Point“. Si tratta di uno dei punti più alti che si affaccia lungo il bordo dell’anfiteatro e che consente di ammirare moltissimi hoodoos dalle forme più stravaganti. All’alba, non appena la luce del sole cattura i pilastri, questi brillano con delle splendide tonalità di arancio.

Altro punto di vista interessante è l’Inspiration Point. Dal parcheggio del centro visitatori occorre salite su  un breve ma ripido sentiero fino al punto d’arrivo. Questa zona d’osservazione offre splendide viste su tutte le rotonde dell’anfiteatro.

Ripartiamo per l’hotel quando è già buio. Cena in uno dei pochi ristoranti del Bryce e poi in Hotel-

23 Settembre: Bryce Canyon (Navajo Trial) – Page

Il must di questa mattina è il Queen’s Garden-Navajo Loop. Visto che il giro è un po’ lunghetto (3-4 ore), decido di andarci da solo. Il punto di partenza è il Sunrise Point.

Il Bryce è un parco che accende emozioni. Già dal Sunrise Point la vista è sorprendente; Si inizia a scendere, ad ogni curva il panorama è più bello e più vicino, i colori si ravvivano e mi riempiono gli occhi. Le formazioni rocciose assumono le forme più strane.Le foto si sprecano; il paesaggio è davvero troppo bello per non farle.

Seguo le indicazioni per connetterci al Navajo Loop. E’ chiaro che unendo i due percorsi si sacrifica una piccola parte di ciascuno di loro. Sarebbe preferibile percorrerli entrambi completamente, per vedere proprio tutto, ma mi accontento: è comunque un giro fantastico. Dopo il primo tratto roccioso, a un certo punto il sentiero passa in mezzo al bosco. La luce filtra dall’alto creando un’atmosfera magica.

Verso l’ora di pranzo partiamo in direzione Page. Prima di arrivare a Page, ci fermiamo a visitare l’Horseshoe Bend.

 

L’Horseshoe Bend è uno dei più bei punti panoramici che Page può offrire. Pochi anni fa per raggiungere questo punto ci si poteva affidare soltanto al tam-tam della rete. Oggi un comodo cartello turistico sulla US 89 south, a due-tre miglia da Page, indirizza ad un parcheggio sterrato dove le macchine presenti aumentano anno dopo anno. Per fortuna, niente di terribilmente invasivo né commercializzato. Si comincia a camminare svettando su una ripida collinetta, dopo di che si cammina praticamente sempre in discesa finchè lo sguardo, lentamente, si allarga su un precipizio di un centinaio di metri o più, in fondo al quale scorre pigramente il Colorado che, dopo aver tentato invano di abbattere un verticale sperone roccioso, si è dovuto adattare a girarvi intorno disegnando un’ansa che ricorda un ferro di cavallo. Il colpo d’occhio è magnifico, anche perché tutto intorno si respira profumo di west dei vecchi film, con ampie distese di roccia e sabbia.

Nell’attesa di vedere il tramonto, incontriamo anche un gruppo di motociclisti Italiani molto simpatici. Ormai giunti a sera, ci incamminiamo verso l’hotel.

24 Settembre: Antelope Canyon – Lake Powell

Sveglia presto alle 7 in quanto alle 8.30 dobbiamo partire per raggiungere il punto di ritrovo per il tour guidato dell’Antelope Canyon.Scopriamo che il punto di ritrovo è in centro a Page. Inizialmente avevamo fatto una sola prenotazione in quanto era “sold out”. Decidiamo di chiedere se è possibile aggregarsi con altre due persone, altrimenti Linda e Federico sarebbero stati costretti ad aspettare 2/3 ore a Page. Ci fanno stare in “stand by” fino all’ultimo, ma poi ci dicono che è possibile andare tutti e tre. Alle 9.30 partiamo per il tour. IL nostro è un gruppo molto ristretto di 10 persone. Per arrivare all’Antelope Canyon utilizziamo un grosso fuoristrada aperto. Facciamo un po di strada respirando un po’ di sabbia.

Antelope in realtà consiste in due slot canyon, quello superiore e quello inferiore, che anni fa è stato teatro di un incidente, perché a causa di un flash flood decine di turisti hanno perso la vita (ora però è stato attrezzato con delle scalette di ferro di modo che all’occorrenza si possa tornare velocemente in superficie). Tra i due l’Upper ha i colori più spettacolari, almeno nella fascia centrale della giornata, quando il sole è perpendicolare alle fessure della roccia e penetra all’interno del canyon. Nel caso in cui non si volesse usufruire dei tour organizzati, per visitare questo luogo è necessario pagare il biglietto di ingresso ed aggregarsi ad una guida navajo; ci sono due tipologie di escursioni: il giro standard, di un’ora circa, che costa 25$ e quello fotografico, un paio d’ore, 40$. Mi sarebbe piaciuto fare quello fotografico in quanto si ha più tempo per fotografare con i cavalletti. Quello standard è molto veloce e hai pochi secondi per scattare le fotografie. Le sue forme interne vertiginose sono state create nel corso dei millenni a seguito dell’erosione create dal vento e dall’acqua. La luce entra solo dalla parte superiore e in certi momenti del giorno conferisce all’arenaria una splendida tonalità cromatica: le ombreggiature e le sfumature brillanti arancioni-viola delle pareti levigate dagli agenti atmosferici lo rendono uno spettacolo unico, fra i più suggestivi che abbia mai visto.

L’atmosfera che regna all’interno è indescrivibile; si è isolati dal mondo e incantati dai raggi di sole che filtrano attraverso la roccia per colpire la sabbia. La nostra guida ci ha mostrato i suoi segreti e svelato tutti i trucchi per fare delle foto non convenzionali. Ad es. nella foto di sinistra è possibile vedere un volto di un animale

Rientriamo in Hotel nel pomeriggio. Dopo un po’ di relax, andiamo a visitare il Lago Powell. Molto bello e suggestivo lo spettacolo specialmente al tramonto. Fra le cose principali da vedere al Lake Powell c’è la Wahweap Bay, che copre un ampio tratto della parte sud del lago, la più visitata dai turisti. L’omonimo porto Wahweap Marina è il punto di riferimento turistico e sportivo più interessante e rinomato della zona, sia per le crociere panoramiche che per le più spericolate ed emozionanti discipline acquatiche, quali il waterskiing e il wakeboarding.

25/26  Settembre: Monument Valley

Oggi la nostra prevede di fermarci due giorni nella Monument Valley al confine tra Utah e Arizona. Si trova all’interno della riserva indiana (Navajo Nation Reservation) che tutt’ora ne gestisce e detiene la proprietà. Arrivati nella M.V. occorre pagare un pass di 20 $ in quanto non vale nel territorio Navajo la tessera dei parchi. Posso dire che l’atmosfera che si respira nella M.V. è davvero magica, complice anche dei tanti film western qui ambientati. I suoi colori e la sua imponenza lasciano il visitatore senza fiato; per questo ogni anno è meta di migliaia di turisti che vengono catturati dalla sua bellezza e lasciano qui parte del proprio cuore.

Avevamo prenotato l’unico Hotel che si affaccia direttamente sulla M.V., il View Hotel anch’esso gestito dalla tribù navajo. La sua costruzione ha sostituito il vecchio campeggio, andando incontro a non poche polemiche, in quanto dall’esterno non è granchè, ma la vista che si gode dalle camere è davvero unica. Il suo prezzo non è sicuramente dei più a basso costo, ma la sua vista sui tre monoliti rossi è da togliere il fiato. E’ l’unico  albergo che offre la possibilità di svegliarsi a due passi dai Mittens and Merrick’s Butte,  i monoliti che formano uno dei paesaggi più noti al mondo.

Il percorso della M.V. può essere fatto scegliendo tour organizzati, oppure si può scegliere di fare tutto il percorso con la propria auto. I tempi di percorrenza per il tour sono di circa 2 ore, ovviamente se non ci si ferma ogni minuto per fare foto. Noi abbiamo optato per la visita con la nostra auto. Il percorso è dissestato di buche e pertanto occorre guidare piano e con cautela.

La caratteristica principale di tutta la Monument è data dai suoi tre giganteschi monoliti di colore rosso, per la presenza di ossido di ferro nella roccia, chiamate anche Butte. Il suo scenario così selvaggio e incontaminato è stato protagonista di alcuni dei più grandi film sul Far West. Sono molte infatti le riprese fatte in questa zona e in alcuni punti c’è la possibilità di fermarsi e fotografare siti usati proprio per pellicole importanti.

Il più famoso è il John Ford Point che è stato scenario di diverse pellicole dedicate al far west. Una volta arrivati qui, tra le altre cose potrete fare degli splendidi scatti o farvi immortalare in sella ad un cavallo, logicamente dietro pagamento.

Altra meta che non può non essere vista è il celebre Forrest Gump Point preso appunto da una scena del film, lungo la Scenic Byway, la bellissima strada che va da Nord fino all’ingresso del parco.

Verso il tramonto (ore 7.12 pm) , i monoliti si accendono di rosso e tutto diventa magico. Dopo aver fatto tante foto, decidiamo di mangiare nell’unico ristorante della zona, quello dell’Hotel. Dopo cena purtroppo il paesaggio non è visibile in quanto conserva il suo fascino selvaggio e non è illuminato artificialmente. In compenso assistiamo ad un film all’aperto dove proiettavano un film…ovviamente western con John Wayne.

27  Settembre: Grand Canyon

Oggi lasciamo, con dispiacere, la Monument Valley. Fino ad ora vince il primato, assieme al Bryce Canyon dei posti più belli di tutto l’Ovest degli Stati Uniti. La meta di oggi è il Grand Canyon. Si trova nella parte nord dell’Arizona, è un’enorme fenditura scavata dal fiume Colorado nel corso di milioni di anni, è una delle sette meraviglie del mondo e si estende per circa 5000 km² ed è visitato da più di 5 milioni di persone l’anno.

È lungo circa 500 chilometri, profondo fino a 1.800 m e con una larghezza variabile dai 500 metri ai 29 chilometri.Il parco è diviso in due versanti, detti Rim, il South Rim, la parte più turistica e il North Rim, meno visitata, ma comunque molto bella e più selvaggia.Anche se i due versanti sembrano vicini a vederli sulla cartina, per raggiungere la parte opposta occorrono circa 5/6 ore in macchina.

Avevo letto che una esperienza sicuramente da fare è il giro in elicottero. Prenoto pertanto un tour in elicottero del Grand Canyon con la “Papillon Grand Canyon Helicopters” per la modica cifra di 199$. Il tour prevede la partenza dal South Rim e sorvolo di 30 minuti delle formazioni rocciose più sorprendenti del parco nazionale. Il panorama che si gode dall’alto è davvero impressionante.

28/29  Settembre: Grand Canyon – Laughlin – Los Angeles

Il piano di viaggio prevede l’avvicinamento verso Los Angeles (Marina del Rey), con una tappa intermedia: Laughlin in Arizona. Dopo 3 ore di auto siamo a destinazione. Già alle 17,30 ci sono 104 ° F. un caldo insopportabile. Laughlin è la Las Vegas dei poveri. Pochi Hotel con tante slot machine. Un posto davvero ameno. Ma lo sapevamo e ci serviva solo per spezzare il viaggio fino a Los Angeles.

Ripreso il viaggio decidiamo di fermarci, alle porte di Los Angeles, all’ Outlet di Barstow per fare qualche acquisto.

Le Highway di Los Angeles sono impressionanti. Non nego una certa emozione nel guidare nel traffico cittadino, sempre tenendo d’occhio il contachilometri. Qui non scherzano con il controllo della velocità.

Foto Internet

La cosa davvero impressionante è la corsia dedicata al “Carpool”, per le auto con più di due persone a bordo. Sempre libera, nonostante l’intenso traffico. Non ho visto nessun “trasgressore”. Cosa davvero impensabile in Italia, dove nessuno rispetterebbe questa “civile” regola. Finalmente arriviamo dopo tanta strada al nostro Hotel a Marina del Ray, a due passi da Venice e Santa Monica.

 

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