Isole Lofoten

Isole Lofoten

Molti anni fa avevo già sperimentato la crociera tra i Fiordi Norvegesi con la Costa. A prescindere dalla bellezza dei luoghi, ero arrivato alla conclusione che il viaggio in crociera non fa per me. Sono più propenso ad affrontare i viaggi con una diversa filosofia: più libertà di decidere al momento cosa vedere, dove magiare e così via a discapito del confort e dei programmi predefiniti. Pertanto quando lessi su una rivista della possibilità di visitare le Isole Lofoten in Norvegia con il postale (Hurtigruten) rimasi lievemente scettico.

Oggi l’Hurtigruten ricopre, in parte, ancora il suo ruolo originario  di traghetto per ridurre i tempi di consegna della posta (da qui l’appellativo ‘postale dei fiordi’) tra la terraferma e le varie isole Norvegesi, anche se oramai c’è stata una conversione in vere e proprie navi da crociera. Leggendo qualche articolo in rete, avevo visto che alcune navi (quelle più datate) conservavano ancora il fascino di un tempo. Considerato che era da tempo che volevo visitare le Isole Lofoten, decidiamo di tentare questa avventura prenotando  con la Hurtigruten il viaggio da Bergen a Svolvaer (capitale delle Lofoten) per una durata di 4 giorni al prezzo di circa 900 € per 3 persone.

Bologna – Bergen

Tramite un volo Alitalia prenotato su Expedia, arriviamo da Bologna a Bergen facendo scalo ad Amsterdam. Il Flybusses, proprio fuori dall’aeroporto ci porta in poco meno di 25 minuti, fino in centro a Bergen. Bergen sorge su una penisola contornata da sette monti e la sua  atmosfera ne fa una cittadina davvero caratteristica. Benché sia diventata un importante centro industriale ha mantenuto le caratteristiche e l’aria da piccola cittadina. Gli antichi magazzini colorati di Bryggen, lungo da riva destra sul golfo di Vagen, sono da sempre la maggiore attrattiva della città. Scampati a devastazioni e incendi sono oggi protetti dall’Unesco e si mostrano ai visitatori nella loro semplice bellezza. Queste casette di legno erano i depositi e le abitazioni dei mercanti della Lega Hanseatica, che da qui commerciavano i loro prodotti a partire dal 1300 fino al 1500 circa. All’interno, il legno delle costruzioni, scuro, scricchiolante e pieno di buchi, manifesta tutta la sua età.

Appena arrivati ci dirigiamo verso il centro di Bergen per cercare il porto da cui ci saremmo dovuti imbarcare. Pur essendo per grandezza la seconda città dopo Oslo, mantiene la caratteristica del paese marittimo, con il porto e le case di legno. Il programma di viaggio prevede di fermarci a Bergen qualche giorno dopo aver visitato le Lofoten. Pertanto ci dirigiamo subito verso il porto per il disbrigo delle pratiche di imbarco.

La nostra Nave è la MS Lofoten, la più datata della flotta, costruita nel 1964. Una volta saliti a bordo e sistemati i bagagli in cabina, aspettiamo la partenza sul ponte della nave. La cosa che colpisce di più sono le dimensioni.ridotte. La nave è davvero piccola. Tutto è in miniatura. Le sale lettura a poppa e prua sono dei salottini da 20 posti e il ristorante avrà massimo 50 coperti.

E così alle 20.00, l’Hurtigruten MS Lofoten lascia il porto di Bergen diretta verso nord promettendo un viaggio indimenticabile, in compagnia della corrente del Golfo. E’ proprio grazie alla corrente del Golfo che la costa Norvegese è verde e rigogliosa anziché ricoperta da ghiaccio in inverno come la Groenlandia; questa corrente penetra infatti, nei fiordi impedendo così la formazione di ghiacci durante l’inverso.

Non appena partiti, i colori della sera si accendono, regalandoci un tramonto davvero molto bello.

Uno dei momenti più belli della traversata è il Geirangerfjord. I fiordi si sono formati grazie ai ghiacciai, che in epoca glaciale, scendevano dalle montagne fino al mare. Scomparsi i ghiacciai queste profonde valli furono invasi dal mare. Il Geirangerfjord è uno dei più bei fiordi della Norvegia.  Sono davvero maestose e offrono uno scenario unico le montagne che a picco cadono in mare, le cascate, tra cui le sette sorelle. Il nome della cascata è legato ad una leggenda locale. Sette sorelle molto belle e incredibilmente somiglianti tra di loro avevano attirato l’attenzione di un principe di passaggio nella zona, il quale aveva ricevuto ospitalità dal padre delle sorelle. Il principe, abbagliato dalla loro bellezza, aveva deciso di sposarne una ma, svegliandosi ogni giorno dopo una notte di bagordi, dimenticava quale avesse scelto il giorno prima. Col passare degli anni le sorelle diventarono inconsolabili e cominciarono a versare lacrime che si tramutarono nei rigoli d’acqua che formano le cascate. 

Durante la navigazione, assistiamo ad un piccolo spettacolo per festeggiare il passaggio del Circolo Polare Artico. Viene offerto del cibo e delle bevande dall’equipaggio .

Il 4° giorno di navigazione facciamo scalo a Bodø. La città è comunque molto giovane, poiché è stata fondata nel 1816 di conseguenza ai numerosi branchi di aringhe che vi arrivavano, garantendo così uno sviluppo veloce della cittadina. Ma poi le aringhe se ne sono andate ma la città ha saputo sviluppare altre attività economiche. Durante la seconda guerra mondiale 2/3 della città venne distrutta dall’aviazione tedesca. La vivace e moderna città di Bodø si estende appena a nord del Circolo Polare Artico. Tra le attrazioni principali della città troviamo il Museo dell’Aviazione Norvegese. Rimango comunque colpito da alcuni disegni di “street art” molto carini

In serata raggiungiamo le Isole Lofoten. Si tratta di una catena di grandi isole e vette appuntite di immenso fascino che si estendono nel mar di Norvegia. Nonostante la stagione duri solo da febbraio ad aprile la pesca rimane una delle attività più importanti della zona anche nel resto dell’anno. Si possono infatti notare le innumerevoli stalliere di legno utilizzare per far essiccare il pesce poste qua e la in ogni porto.

Alle 22, arriviamo a Svolvaer, la capitale delle Lofoten. E’ la città più antica del Circolo Polare Artico. Si affaccia a sud sul mare aperto, protetta a nord dalle montagne. Il centro risale all’epoca dei Vichinghi, ma sono stati trovati anche reperti archeologici datati intorno al 3000-4000 a.C. Sul porto si vedono le capanne di legno dei pescatori, chiamate Rorbuer, utilizzate dai pescatori per ripararsi durante la stagione della pesca, ora sono affittate come case vacanze ai turisti. Abbiamo prenotato Hotel Scandic Svolvær a pochi minuti dal porto. La città è molto vivace, piena di locali e di ragazzi. Vista l’ora tarda, decidiamo di mangiare un pasto veloce seduti sulla terrazza dell’hotel. La vista della baia all’imbrunire è davvero suggestiva.

Appena svegli, prenoto dalla reception dell’Hotel un taxi per andare a ritirare l’auto nel piccolo aeroporto delle Lofoten. Arrivato in Aeroporto trovo il banco dell’Avis senza nessuno ad aspettarmi. Trovo un post-it con un numero di telefono da contattare in caso di necessità. Dopo aver telefonato si presenta un simpatico signore che mi consegna le chiavi dell’auto senza troppe formalità burocratiche. Vuol dire che si fidano molto dei turisti.

Guidare (o pedalare) lungo la E10, conosciuta anche come Lofast, la scenografica strada che unisce le cinque isole principali (Austvågøya, Gimsøya, Vestvågøya, Flakstadøya e Moskenesøya) è una delle esperienze on the road più emozionanti del mondo. Le isole sono collegate da ponti modernissimi.

L’isola è disseminata di rorbuer, le abitazioni dei pescatori caratteristiche delle Lofoten e delle coste della Norvegia settentrionale. In origine abitazioni spartane che in tempi recenti sono stati convertiti in case vacanza e alberghi in stile nordico contemporaneo sono spesso ristrutturati mantenendo  l’atmosfera delle abitazioni di un tempo, quando i pescatori uscivano a caccia di skrei con l’aiuto del remo e della vela. Sono dipinti soprattutto il rosso, un tempo ricavato dal sangue dei merluzzi. Immancabili, all’esterno, i fiskehjeller, rastrelliere a forma di piramide usate per essiccare lo skrei, il merluzzo che vive nel Mare di Barents, a nord delle Lofoten, che in autunno inizia la sua migrazione verso il Vesfjord, per deporre le uova.

Ripresa la E10, a Nord, nei dintorni di Flakstad si aprono spiagge come Skagsanden e, più a ovest, Rambergstranda: candide, selvagge, accarezzate da una placida risacca, una sorta di Caraibi, ma con l’acqua a 14 gradi e deserte. Passato Ramberg, la Lofast va in picchiata verso sud, cavalcando la costa frastagliata, bagnata dal mare del Vestfjord, serpeggia lungo i fiordi dove affiorano faraglioni e isolotti, o laghetti tra increspature montuose.

Utakleiv beach

La spiaggia di Uttakleiv si trova nel comune di Vestvågøy, che è posto su una delle isole principali che compongono l’arcipelago delle Lofoten. La spiaggia è esposta direttamente sull’Oceano Atlantico che la colpisce con i suoi venti e con la forza delle maree. Utakleiv ospita una varietà sbalorditiva di opportunità compositive. Si può riprendere il movimento dell’acqua sulla roccia scivolosa.

The Eye of  Utakleiv sembra proprio bulbo oculare di un drago – piuttosto un curioso, vista se non intimidatorio. In realtà, è solo una roccia rossa a forma ben ridicolmente con po ‘di sabbia intorno ad esso, ma che non ha impedito di diventare una leggenda, e certamente un posto fotografica meraviglioso.

Skagsanden beach

Un’altra spiaggia sorprendente è Skagsanden. Skagsanden offre una sorprendente varietà di primi piani tra cui scegliere, e cambia continuamente. La sua caratteristica più bella è latexture di sabbia bianca, neri creati dai corsi d’acqua che scorrono verso l’oceano dalle montagne circostanti. L’acqua mescola i diversi strati di sabbia dai lati, bolle da sotto e crea forme geometriche complesse che rendono splendidi primi piani.

Texture sulla sabbia

Vasskarvatnet

Prima di arrivare a Utakleiv beach, costeggiamo questo splendido lago. Si respira un’aria di tranquillità, con i colori del cielo che si riflettono sulla superficie dell’acqua.

Å i Lofoten

Ci spostiamo sulla più meridionale delle isole Lofoten, formata da un’aguzza catena montuosa di rocce eruttive che emergono direttamente dal mare, separate da profondi laghi e fiordi. Visitiamo l’insediamento di Å ubicato nell’estremità meridionale, villaggio autentico gioiello che un tempo era un importante porto per la pesca

Tappa della giornata è Å i Lofoten, ubicato nell’estremità meridionale, è un autentico gioiello che un tempo era un importante porto per la pesca. Qui abbiamo prenotato 2 notti in un rorbuer.  In lingua norrena Å significa “piccolo fiume”, ma la cosa curiosa è che Å è l’ultima lettera dell’alfabeto norvegese. Il villaggio di 150 abitanti per tradizione specializzati nella pesca, oggi ospita il museo dedicato alla pesca dello stoccafisso e il museo norvegese dei villaggi di pescatori. Non nascondo l’emozione di aver soggiornato 2 notti in questo posto. Avendo fatto un po’ di spesa prima di arrivare ad Å, decidiamo di cenare sulla terrazza. Il tramonto offre uno spettacolo di colori e tutto diventa magico. E’ bellissimo ammirare il fiordo dalle finestre della casetta, nella pace più assoluta, aspettando la notte che non arriva. Infatti, non diventa mai completamente buio, a mezzanotte ci sono ancora i colori del tramonto.

Reine

Il paesino è molto caratteristico e suggestivo, ma il mio obiettivo è quello di raggiungere la vetta del Reinenbriggen. Per raggiungere la vetta occorre salire per un sentiero ripidissimo per un dislivello di 650 metri.

Decido quindi di avventurarmi da solo su questo sentiero davvero impegnativo. Procedendo verso Moskenes accanto alla strada e in parte su ciclabile dopo un po’ di cammino ,trovo finalmente l’imbocco del sentiero che porta al Reinebringen. Ci sono alcuni cartelli che sconsigliano fortemente la salita, in quanto il percorso è ripido e abbastanza scivoloso.  L’ascesa è ripida ma regala fin da subito panorami davvero incredibili: di certo non è cosa da tutti i giorni camminare a picco sull’Atlantico.

Dopo circa 1 ora di arrampicata e con il tempo che minaccia pioggia, arrivo finalmente in cima.  Lo spettacolo sul Kirkefjord e Reinefjorden è a dir poco spettacolare. La sensazione che provo è quella di fluttuare fra roccia, cielo e mare.

Dopo aver scattato almeno un milione di foto, inizio la discesa verso Reine. Paradossalmente è ancora più impegnativa della salita per via del terreno scivoloso. Arrivato a Reine, il tramonto ci regala una tavolozza di colori che toglie il fiato.

Nusfjord

Nusfjord è uno dei borghi di pescatori più antichi e meglio conservati della Norvegia.  Le costruzioni del villaggio risalgono alla seconda metà dell’800. All’entrata del paese si trova una terrazza che assolve alla duplice funzione di essiccatoio per il pesce a primavera e di parcheggio nei mesi estivi, e da dove si gode questa splendida vista sul villaggio di Nusfjord.

Lofotr Viking Museum

Tornando sulla E10 che bordeggia la costa settentrionale di Flakstadøy, arriviamo al Lofotr Viking Museum, il museo della casa vichinga. L’attrazione principale del museo è la maestosa casa vichinga curata nei minimi dettagli, gli oggetti esposti possono essere toccati e indossati. Entrare è come salire sulla macchina del tempo: si viene avvolti dalla luce soffusa delle lampade a olio di fegato di merluzzo mentre si osservano I figuranti impegnati nelle attività tradizionali di sarte, fabbri, contadini, pescatori . C’è anche del personale in costume che è a disposizione per rispondere a domande. Da lì per arrivare alla seconda parte della visita si segue un percorso all’aperto di circa 15 min a piedi che ti porta fino alla barca vichinga.

E’ oramai tempo di ritornare verso l’aeroporto di Svolvaer per riconsegnare l’auto. Da qui un volo della Winderoe ci porterà a Bergen facendo tappa a Bodo.

Bergen: Il Bryggen, il mercato del pesce e il monte Fløyen

Sin da subito si capisce che Bergen  merita del tempo per essere visitata, città vivace e molto giovane. Una delle mete più turistiche è il mercato del pesce proprio nella zona di Bryggen. E’ costituito da bancarelle a cielo aperto con esposti grandi pesci, crostacei, prodotti essiccati o in latta.  Superata la fila di casette, si accede al quartiere vero e proprio. I vicoli sono pavimentati con assi scricchiolanti di legno su cui si affacciano botteghe di artisti e pittori.

Il cielo ci ha offerto una tregua e ne approfittiamo per prendere la Fløibanen, la funicolare di Bergen che porta in cima al monte Fløyen (situato a 329 m s.l.m.)  offrendoci una vista spettacolare sul fiordo. Purtroppo il tempo non è bellissimo, ma non possiamo lamentarci visto che in tutta la settimana di viaggio nelle Lofoten abbiamo sempre trovato un tempo magnifico. Una volta scesi dalla funicolare, percorriamo un breve e facile passeggiata nel bosco di 10-15 minuti fino ad un laghetto chiamato Skomakerdiket

Fortezza Bergenhus

All’ingresso del porto di Bergen, oltre che nella caratteristica Bryggen, visitiamo la fortezza Bergenhus: una vera e propria pietra miliare della storia della cittadina e dell’intera Norvegia, distrutta e ricostruita diverse volte (rispettandone la struttura originaria), circondata da un parco davvero ben tenuto e dalla quale si gode di una stupenda vista su Bergen.

Si conclude cosi questo bellissimo viaggio. Delle Lofoten mi manca tutto, la natura incontaminata, le spiagge bianchissime, l’acqua turchese. Mi piacerebbe tornarci in inverno per vedere gli stessi posti sotto un altro punto di vista e per ammirare l’aurora boreale, che sulle Lofoten si fa vedere spesso e volentieri. Consiglio un viaggio su queste isole  a tutti gli amanti della natura, mentre non è un posto per chi ama la mondanità.

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Edoardo

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