Il Catinaccio-Rosengarten è una tra le mete più significative delle Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco, non solo dal punto di vista geologico-paesaggistico. L’antico nome tedesco ‘Rosengarten’, richiama il “giardino di rose” della leggenda di Re Laurino, mentre la parola ‘Catinaccio’ si origina da ‘Ciadinac’, che in ladino significa ‘conca di montagna’ e lascia intuire i contorni di un anfiteatro naturale. Con il suo profilo imponente offre una vista che emoziona soprattutto al tramonto, quando queste montagne si infiammano e si tingono di sfumature di rosa e di rosso: un fenomeno conosciuto come enrosadira.
Non appena ho letto sul sito che la Sezione Emilia Romagna di “Trekking Italia” organizzava una escursione di 4 giorni dormendo nei rifugi, non ci ho pensato due volte e così eccomi a raccontare un’ esperienza incredibile, come i paesaggi che all’improvviso, dopo le faticose salite, ti si aprono davanti e ti tolgono letteralmente il fiato. Un itinerario che si snoda lungo le mete più affascinanti delle Alpi, tra ghiaioni, passi, scorci panoramici, pascoli e valli in un ambiente di alta quota. Partendo da Vigo di Fassa, si risale verso Nord e poi a Est, scendendo verso la Val Duron e risalendo verso l’Alpe di Tires, scende lungo la Val di Vajolet con ritorno a Vigo di Fassa.
1° Giorno Da Vigo di Fassa al Rifugio Violet
Dati tecnici: Durata 3 h – Distanza 6,70 km – Dislivello salita 400 mt. – Dislivello discesa 150 mt.
2°Giorno: Rif. Vajolet – Rif. Passo Principe – P.so del Molignon – Rif. Alpe di Tires – Rif. Sasso Piatto
Dati tecnici: Durata 6,3 h – Distanza 12 km – Dislivello salita 770 mt. – Dislivello discesa 710 mt.
Questa tappa la considero la più impegnativa delle 4, ed è quella che mi è piaciuta maggiormente. Sveglia molto presto per ammirare l’alba sulle terri del Violet, e dopo un’abbondante colazione ci incamminiamo verso la Val di Vajolet fino al Rifugio Passo Principe (m 2599) che sorge sull’omonimo Passo. Ci fermeremo in questo rifugio solo al ritorno. Scendiamo successivamente nel circolo glaciale, alla base delle Cime del Molignon, per poi risalire al Passo del Molignon (m 2598). Inizia un paesaggio “lunare” con nuvole basse che rendono il tutto ancora maggiormente suggestivo. La salita del passo è impegnativa, ma una volta giunti in cima la vista è mozzafiato. Scendiamo quindi fino al Rifugio Alpi di Tires (m 2440).
Dopo una breve sosta e una foto di gruppo, ci rimettiamo in cammino in direzione , nostra meta per la notte. Fortunatamente arriviamo prendendo solo qualche goccia di pioggia. Il Rifugio, appena ristrutturato è davvero molto bello e confortevole. La cena poi è da gourmet. Si conclude così il secondo giorno con un po’ di stanchezza ma con tanta soddisfazione per i paesaggi incredibili.
3° Giorno Dal Rifugio Sasso Piatto al Rifugio Antermoia
Dati tecnici: Durata 5,3 h – Distanza 10 km – Dislivello salita 640 mt. – Dislivello discesa 440 mt. – Altitudine max 2.516
Oggi il tempo non ci regala una sveglia soleggiata. Dopo una abbondante colazione, ci vestiamo di tutto punto con coperture antipioggia. Nonostante la pioggia, il morale del gruppo è alto. Si va verso la Malga Sasso Piatto da cui parte la bella discesa prativa che ci porta sul fondo della Val Duron.Intanto il cielo si è aperto e ci regala uno spettacolo incredibile con dei colori vividi.
Dopo una breve sosta presso la baita Lino Brach, camminiamo per un lungo tratto pianeggiante su prati e pascoli fino al bivio che segna l’inizio della salita al Passo delle Ciaregole.
Percorso un tratto in salita, proseguiamo verso il Passo De Dona (mt. 2.665) che ci riporta nel Gruppo del Catinaccio. Il terreno è fangoso per via delle piogge della sera precedente e il vento inizia a diventare persistente. In compenso si apre di fronte a noi uno scenario incredibile.
Con una leggera discesa raggiungiamo il Rifugio Antermoia e il suo omonimo lago di origine glaciale che si trova a 2495 m di quota, ai piedi del Catinaccio di Antermoia e della Croda del Lago. Una volta giunti al lago, la soddisfazione del gruppo è alle stelle, ripagata dalla bellezza delle sue acque custodite fra le montagne. Buona parte del suo fascino è proprio la sua posizione, lontana da funivie e navette, protetta dalle pareti rocciose delle Dolomiti.
Il laghetto è di origine glaciale, a quota 2.495 m in un ambiente severo circondato da rocce bianche e pietraie, assume un color smeraldo che accanto al blu profondo del cielo creano un contrasto meraviglioso. Come per magia il lago diventa uno specchio in cui le cime delle montagne possono ammirarsi nel loro più limpido splendore.
4° Giorno: Dal Rifugio Sasso Piatto al Ciampedie
Dati tecnici: Durata 5 h – Distanza 15 km – Dislivello salita 310 mt. – Dislivello discesa 810 mt. – Altitudine max 2.770
Ma la vera sorpresa arriva all’alba quando Il sole incendia le rocce dolomitiche che assumono colori che variano dal giallo al rosso fuoco. In ladino questo fenomeno si chiama “enrosadìra” – letteralmente significa diventare di colore rosa – e sta proprio ad indicare il fenomeno per cui la roccia delle Dolomiti si tinge di rosso al momento dell’alba e del tramonto. Tutto merito della composizione stessa della roccia, la dolomia, che contiene dolomite, un composto di carbonato di calcio e magnesio chefa sì che i raggi del sole si rifrangano sulla roccia e diano vita al caratteristico colore rosato.
Dal Rifugio Antermoia iniziamo ad affrontare il tragitto che ci porterà a valle, alla funivia del Ciampedie. La parte più “impegnativa” del percorso sarà la discesa con un dislivello di 800 mt su fondo ghiaioso.
Il panorama che si ammira è fantastico, con Cima Catinaccio che sovrasta il paesaggio. A scendere passiamo nuovamente dal rifugio Violet. Qui incontriamo una massa incredibile di persone, alcune anche con scarpe da tennis. Ci manca già quella quiete che si “respirava” sulle montagne che non venivano prese d’assalto da orde di turisti, spesso poco rispettosi di questa incredibile e, per ora, natura incontaminata.
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Edoardo
Grazie alle parole e alle meravigliose foto di Edoardo sembra di rivivere quei 4 giorni sul Catinaccio! Un’esperienza incredibile, un gruppo fantastico e paesaggi da lasciare senza parole.. grazie Edo per questi bellissimi ricordi… e per il peso extra che hai portato nello zaino per realizzare tutto questo!🤩
Grazie a te Sara